Il discorso tenuto da Benedetto XVI allo Yad Vashem, non ha riscontrato grandi consensi. A remargli contro, per l’ennesima volta, il confronto con il suo predecessore Giovanni Paolo II, che come ricorda FaithWorld, nel suo discorso tenuto nel 2000 aveva accennato a nazisti due volte e citando addirittura su personali esperienze con vicini di casa ebrei. Il discorso dell’attuale pontefice, invece, non è uscito dai riferimenti alla chiesa cattolica.
Secondo Tom Segey, giornalista del quotidiano HAARETZ, il discorso sembrerebbe esprimere semplicemente “banalità e indifferenza … ci si sarebbe aspettato che i cardinali riuscissero a preparare un testo più intelligente per il loro boss”
Decisamente più duri i toni da parte dei sopravvissuti ai campi tedeschi e dai membri dello staff del museo furiosi per la “tiepidezza” del discorso ma soprattutto per la mancata condanna del nazismo, mancata condanna che qualche “cattivo anticlericale” ha voluto collegare al servizio prestato dal crucco nella “Gioventù Hitleriana” durante la seconda guerra mondiale.
Questo ardito accostamento ha obbligato il portavoce della sala stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, ad negare che da giovane il mangiacrauti abbia mai fatto parte di questa spensierata associazione giovanile, quando i giornalisti presenti gli hanno fatto notare che questa appartenenza era stata confermata dal pontefice stesso, il portavoce ha dovuto fare una retromarcia e costretto a ritrattare il tutto, sostenendo però che Ratzinger era stato costretto ad arruolarsi non di sua volontà, e senza comunque qualsivoglia attiva partecipazione.
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